Antonio Montanaro – Matera

Il dripping è una tecnica pittorica, impiegata la prima volta da Max Ernst e ripresa dopo la Seconda guerra mondiale da J. Pollock e dagli artisti dell’action painting, che consiste nel far cadere, o gocciolare, i colori o le vernici dal tubo o dal barattolo direttamente sulla tela distesa a terra, lasciando un certo margine al caso nel conseguimento dell’effetto desiderato. Ma, con le opere di Antonio Montanaro, al caso, è lasciato un ruolo marginale perché tutto rientra in un progetto ben delineato.

Dal realismo, all’ iperrealismo, dall’arte sacra agli omaggi d’autore, ai trompe l’oeil, all’arredo, per approdare ai più recenti segni dinamici del  dripping  che celebrano i grandi protagonisti della cultura del secolo scorso. Multiforme il ricorso ai materiali: tela, legno, mdf; come le varianti tecniche: olio, acrilici, smalti, vernici industriali, aerografo e  pastelli ad olio.
Questa è una introduzione minimalista di questo autore, la cui passione per la pittura lo ha portato a maturare numerose esperienze in Italia e all’estero. Ma alle esposizioni personali e collettive, ha sempre preferito l’attività di studio e il contatto diretto con i pubblico. A Matera il suo studio/galleria d’arte, a pochi passi da una splendida veduta panoramica dei Sassi, tra palazzo Lanfranchi e il Museo Ridola. Montanaro esegue ritratti e opere su commissione anche per idee regalo.
Di lui dicono:
C’è una pittura che riduce la realtà fotografica a simulacro della memoria. E, senza pennelli, orchestra dissimulazioni della riconoscibilità sul filo di indizi cromatici prima caotici, poi rarefatti fino al bianco e nero. L’artefice di questa celebrazione dei miti della musica, della letteratura e dello spettacolo è Antonio Montanaro. Da sempre impegnato in una febbrile sperimentazione, modifica di continuo il suo rapporto non solo con i materiali e le tecniche praticate, ma con gli esiti di una restituzione che oscilla tra originalità e produzione seriale. Deposto l’aerografo e le impalpabili sue velature, negli ultimi anni Montanaro si è fatto rapire dalla ritrattistica, rimanendone imprigionato dalle sue spire che non gli permettono più di ri-trarsi. L’infatuazione non procede solo a “tratti”, ma va per gocce, colature, guizzi di evidenza gestuale, che presiedono, per contro, ad una logica ordinatrice dai contenuti più reconditi. Libere espressioni, movimenti, enigmi edonistici che trovano la giusta “composizione” nel loro potere evocativo dell’identità dei personaggi a cui è rivolto l’omaggio. Le sequenze dei miti del secolo trascorso non hanno soluzioni di continuità. Né pause. Incrementano una galleria di figure di rango radicate nell’immaginario collettivo e ciclicamente riproposte da televisione, pubblicità, siti web. La “cattura” che Montanaro attua si nutre di questa notorietà, del successo dei protagonisti, in proporzione al numero di fans e al loro tributo. Un flusso che non si risolve nella citazione, nell’indice di gradimento, nell’amplificazione del dejà vu, pur appartenendo alla storia della cultura globale. Al contrario, si sviluppa nella forzatura del limite della riproducibilità e della rappresentazione, spostando sul carattere interpretativo dell’intervento una rivisitazione inaspettata, del tutto inedita. Allo straniamento iniziale provocato da queste visualizzazioni subentra una ricerca del codice operativo che ha reso possibile la metamorfosi, per poi concludersi con il raggiungimento della meta, non prima di aver percorso l’intricato labirinto.
Piero Ragone
Info e contatti:
Via Ridola Domenico 50, Matera (MT) 75100
Tel: 0835312459
info@antoniomontanaro.com
www.antoniomontanaro.com
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